Studio di Psicologia e Psicoterapie Espressive – Ciclo di seminari Quando il cinema diventa psicoterapia – Avellino dal 13/10/2012

Ciclo di seminari: “Quando la fiaba diventa psicoterapia

 

Ogni persona è un’isola in se stessa, e lo è in un senso molto reale, e può gettare dei ponti verso le altre isole solamente se vuole ed è in grado di essere se stessa.
C. Rogers

Nella persona vi è una forza che ha una direzione fondamentalmente positiva. Più l’individuo è capito e accettato profondamente, più tende a lasciar cadere le false “facciate” con cui ha affrontato la vita e più si muove in una direzione positiva, di miglioramento.
C. Rogers

Seminari: “Quando la fiaba diventa terapia”

Un approccio nuovo e scientifico per tutti coloro che vogliono attraversare tutte le rappresentazioni simboliche che si nascondono dietro il racconto della vita. I seminari vogliono stimolare tutte quelle energie sopite che pur esistono in ognuno di noi. Proprio con il racconto della vita è possibile accorgersi che c’è sempre una soluzione a tutto. Risvegliare l’immaginazione per riuscire a guardare il mondo e meravigliarsi per la sua bellezza dimenticata.

Calendario dei seminari:
1) 27 Ottobre ore 16-20: L’orco dietro l’albero
2) 24 Novembre ore 16-20: Il cavallo impazzito
3) 29 Dicembre ore 16-20: Il medaglione salva vita

Località:
I seminari avranno luogo presso:
studio dr. Maria Rosaria Tomasetti
Via Nazionale Torrette, 18
Avellino

 

 

Seminari: “Quando la fiaba diventa terapia”

 

Un approccio nuovo e scientifico per tutti coloro che vogliono attraversare tutte le rappresentazioni simboliche che si nascondono dietro il racconto della vita. I seminari vogliono stimolare tutte quelle energie sopite che pur esistono in ognuno di noi. Proprio con il racconto della vita è possibile accorgersi che c’è sempre una soluzione a tutto. Risvegliare l’immaginazione per riuscire a guardare il mondo e meravigliarsi per la sua bellezza dimenticata.

 

Calendario dei seminari:

1) 27 Ottobre ore 16-20: L’orco dietro l’albero

2) 24 Novembre ore 16-20: Il cavallo impazzito

3) 29 Dicembre ore 16-20: Il medaglione salva vita

 

Località:

I seminari avranno luogo presso:

studio dr. Maria Rosaria Tomasetti

Via Nazionale Torrette, 18

Avellino

 

 

Destinatari:

Il ciclo di seminari rappresenta uno strumento utile per:

– psicologi, psicoterapeuti, studenti, professionisti che vogliono accrescere le proprie competenze.

– a chi è attratto dalla psicologia-psicoterapia e vuole capirne di più

– a chi vuole riflettere su momenti importanti della vita.

 

Il costo è pari a euro 30/incontro, 80/intero ciclo di seminari.

 

Il numero massimo di partecipanti è limitato a 20.

L’iscrizione relativa ai singoli seminari e/o all’intero ciclo potrà essere effettuata contattando il seguente numero:

 

+393922381246

 

oppure inviando una mail al seguente indirizzo di posta elettronica:

 

psico.corporea@gmail.com

 

Al termine dei seminari sarà rilasciato un attestato di partecipazione.

 

 

 

Informazioni generali sull’evento e sul ciclo di seminari al link: http://www.facebook.com/events/534203453260389/
Ricordiamo che il ciclo di seminari promuove un approccio nuovo e scientifico per tutti coloro che vogliono attraversare tutte le rappresentazioni simboliche che si nascondono dietro il racconto della vita. I seminari vogliono stimolare tutte quelle energie sopite che pur esistono in ognuno di noi. Proprio con il racconto della vita è possibile accorgersi che c’è sempre una soluzione a tutto. Risvegliare l’immaginazione Informazioni generali sull’evento e sul ciclo di seminari al link: http://www.facebook.com/events/534203453260389/
Ricordiamo che il ciclo di seminari promuove un approccio nuovo e scientifico per tutti coloro che vogliono attraversare tutte le rappresentazioni simboliche che si nascondono dietro il racconto della vita. I seminari vogliono stimolare tutte quelle energie sopite che pur esistono in ognuno di noi. Proprio con il racconto della vita è possibile accorgersi che c’è sempre una soluzione a tutto. Risvegliare l’immaginazione
Primo incontro del ciclo di seminari “Quando la fiaba diventa terapia”: L’orco dietro l’albero

 

Il desiderio è contagioso

Le persone tendono a considerare più appetibile un oggetto se è desiderato anche da altri. Il fenomeno, detto “desiderio imitativo”, è un impulso legato all’attività del sistema dei neuroni specchio e del cosiddetto sistema di valutazione, secondo quanto rivela una ricerca pubblicata sul “Journal of Neuroscience”. Utilizzando l’fMRI, un team di ricerca dell’ Insitut du cerveau et de la moelle épinière e del CNRS ha studiato che cosa avviene nel cervello quando per imitazione tendiamo ad attribuire valore a oggetti che prima non ci interessavano, individuando i meccanismi alla base del contagio dei desideri. Il team ha monitorato l’attività cerebrale di 116 volontari che dovevano esprimere il gradimento di oggetti differenti tra loro solo nel colore dopo aver osservato, in video, la scelta effettuata da un altro. “I partecipanti hanno valutato gli oggetti più desiderabili se percepiti come l’obiettivo dell’azione altrui”, scrivono i ricercatori. Il sistema di valutazione e quello dei neuroni specchio sembrano dunque agire contemporaneamente durante la valutazione degli oggetti. Se il sistema dei neuroni specchio si attiva quando si osserva qualcuno compiere un’azione, il sistema di valutazione, che si sovrappone a quello della gratificazione, contribuisce a dare valore ad un oggetto ed agire di conseguenza.Si tratta di un meccanismo fondamentale che spiega come il comportamento non verbale possa innescare desideri senza bisogno di una comunicazione esplicita intenzionale.

Simona Regina

Mente&cervello

A proposito di empatia……….

Alcuni individui, secondo uno studio pubblicato sul Journal of Psychology, avrebbero caratteristiche psicologiche che li conducono ad una maggiore empatia con gli animali e persino con la loro auto piuttosto che con altri esseri umani in situazioni di svantaggio sociale, come tossicodipendenti, immigrati o senza tetto. Il perché è stato scoperto dai ricercatori della Duke University e di Princeton (Usa) studiando le risonanze magnetiche di 100 studenti volontari che si sono sottoposti all’esperimento: dovevano guardare immagini su uno schermo mentre veniva monitorata l’attività elettrica del cervello. Gli scienziati hanno scoperto che quando si osservano immagini di individui disperati, come donne senza fissa dimora o tossicodipendenti, le aree deputate all’empatia e alla socialità di alcuni dei volontari sembravano “spegnersi” o disconnettersi, cosa che non capita, ad esempio, quando si guardano immagini di animali, di auto e, fortunamente, anche di disabili. Lasana Harris, che ha coordinato lo studio, la chiama “percezione disumanizzata” e potrebbe spiegare anche perché a tutti può capitare di distogliere lo sguardo dai mendicanti seduti in strada.

E’ lo stesso motivo per cui, spiega ancora Harris, si può “facilmente attribuire una consapevolezza sociale – ovvero credere in una vita interiore fatta di emozioni – ad animali o automobili, ma evitare il contatto visivo con il mendicante sulla via di casa”. Il meccanismo psicologico potrebbe trovarsi con intensità variabili tra soggetti e potrebbe spiegare, secondo gli studiosi,i grandi crimini della Storia commessi sotto le dittature sanguinarie di Hitler, Stalin e Pol Pot.

Fonte: Salute 24

Associazione Onlus Progetto Solidale Donne

Progetto solidale donne è un associazione per la tutela dei diritti delle donne e dei minori.

Il progetto nasce per  volontà di un gruppo di donne che hanno deciso di affrontare la problematica della solitudine delle donne ed i modi per contrastrala nonchè promuovere il benessere dei minori con difficoltà di adattamento. L’associazione persegue finalità di solidarietà sociale ed è portatata avanti da un gruppo di amiche che tentano di costruire una rete solidale di supporto, mediante una serie di iniziative ed attività, atei a promuovere l’associazione come punto di riferimento per problematiche di accoglienza e sostegno dei minori a Napoli nel quartiere Fuorigrotta.

Si organizzano incontri, eventi ed iniziative  volti al coordinamento ed alla promozione della vita sociale.

Inoltre l’associazione fornisce uno sportello di accoglienza e di ascolto, nonchè consulenza legale e psicologica, mediazione familiare, gruppi di auto-mutuo-aiuto e tanto altro ancora.

Le risorse umane impegnate nel progetto sono: Rosanna Scuotto, presidente e socio fondatore, counsellor in formazione, Dott.ssa Anna Ruvidi, avvocato civilista e mediatore familiare, Dott.ssa Stefania Marciano, avvocato civilista e Dott.ssa Giuliana Buongiorno, psicologa, psicoterapeuta.

Negli ultimi mesi è nata una proficua collaborazione con la Dott.ssa Cristina Canino, insegnante di Biodanza, insieme alla quale l’associazione è impegnata alla diffusione di questa nuova forma di espressività pscio-corporea.

Per contatti: 331 3454646

E-mail: progettosolidaledonne@email.it

Facebook: Progetto Solidale Donne

Opere d’arte in terapia intensiva

Opere d’arte in terapia intensiva come strumenti utili alla guarigione. Sono state sistemate nelle nuove sale, che saranno inaugurate in autunno, riservate a chi e’ in pericolo di vita nell’antico ospedale fiorentino di Santa Maria Nuova. Le opere sono realizzate appositamente da Luca Alinari, uno dei pittori contemporanei piu’ conosciuti, saranno visibili da ogni letto in cui troveranno posto i malati. E’ la prima volta che questa forma di arteterapia viene usata in terapia intensiva.

Fonte: ANSA

Lo stress cronico può provocare la depressione

Un nuovo studio ha rivelato che lo stress cronico colpisce anche a livello genetico, creando dei reali cambiamenti nel cervello, gli stessi  che sono associati alla depressione.

Un team di ricercatori dell’Università di Yale ha studiato le reazioni allo stress cronico nei ratti.

Per farlo, hanno sottoposto un gruppo di ratti alla privazione di cibo e di svago, isolandoli dagli altri roditori ed esponendoli al cambiamento del ciclo giorno e notte per tre settimane.

Il team ha scoperto che il gene per la neuritina, una proteina associata alla plasticità cerebrale, alla risposta verso le nuove esperienze e al controllo degli sbalzi d’umore — presente anche negli esseri umani — era molto meno attivo rispetto a quello dei ratti di un gruppo di controllo.

In seguito, parte del gruppo depresso dei roditori aveva risposto bene agli anti-depressivi, recuperando velocemente. Lo stesso era avvenuto se i ricercatori avevano stimolato negli animali la produzione di neuritina.

E’ emerso che stimolando la produzione di neuritina nei ratti gli animali erano stati protetti anche  dai cambiamenti strutturali del cervello che sono tipici dei disturbi dell’umore.

Precedenti ricerche avevano dimostrato che la depressione provoca il restringimento dell’ippocampo e il declino generale della salute del neurone, conseguenze che sono state evitate nei topi, stimolando la produzione di neuritina.

I risultati dello studio sono stati pubblicati su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS).

I ricercatori sperano di poter mettere a punto un nuovo approccio terapeutico nella cura della depressione e dei disturbi dell’umore agendo sulla produzione di neuritina.

Fonte: IN DIES

un pò di stress fa bene alla salute

Nervi alle stelle, mille cose da fare prima della partenza tanto sospirata. Lo stress (non solo di inizio estate) potrebbe essere anche positivo: aiuterebbe il sistema immunitario a carburare. Lo sostiene uno studio della School of Medicine della Stanford University. La reazione biologica scatenata dagli ormoni “accesi” dalla tensione nervosa sembra sollecitare la risposta immunitaria. Lo ha stabilito lo studio pubblicato sul Journal of Psychoneuroendocrinology, dopo aver investigato il comportamento delle cellule-soldato, che difendono l’organismo da infezioni e malattie, in risposta a situazioni stressanti, prolungate o temporanee.

Secondo Firdaus Dhabhar e colleghi, che hanno studiato il fenomeno sui topi, l’azione di evento stressante provoca una vasta circolazione di cellule immunitarie, che si distribuiscono in vari distretti del corpo, attraverso il sangue e i tessuti, per contrastare l’attacco esterno. In particolare, a fare da “miccia” sono tre ormoni rilasciati – in tempi e modalità diverse- dalle ghiandole surrenali. Si chiamano norepinefrina, epinefrina e corticosterone (cortisolo negli uomini) e promuovono la diffusione delle cellule-soldato, come già aveva evidenziato uno studio precedente che si era rivolto al recupero post-operatorio dei pazienti. Questo meccanismo, che si basa sul noto principio delle scienze animali e dell’evoluzione “fuggi o combatti”, entra in azione solo quando l’organismo è in una situazione critica e lo aiuterebbe a far fronte a necessità temporanee per permettere la sopravvivenza. “La natura usa il cervello, l’organo più adatto a rilevare una sfida che si avvicina, per segnalare il rilevamento al resto del corpo dirigendo il rilascio di ormoni dello stress”, spiega  Dhabhar che punta a capire come si può stimolare dall’esterno questo processo “vitale” negli uomini per favorire la guarigione.

Donne più vulnerabili – Lo stress acuto colpisce le donne più degli uomini. Il sistema immunitario del “sesso debole” ha, infatti, un meccanismo di allerta rispetto agli stimoli esterni più attivo rispetto a quello maschile e questo può provocare stati infiammatori più evidenti. Lo ha stabilito un altro studio americano pubblicato sulla rivista Brain, Behavior and Immunity condotto su 49 uomini e 18 donne.

I ricercatori dell’Università della California hanno scoperto che tra uomini stressati e non stressati non c’è molt differenza sotto il profilo immunitario, mentre le donne che soffrono di stress post-traumatico hanno reazioni più profonde e diffuse. “I dati dimostrano che queste reazioni incrementano le infiammazioni e patologie connesse come quelle cardiovascolari e l’artrite”, commentano i ricercatori.

Fonte: il sole 24 ore

L’aiuto per smettere di fumare arriva da frutta e verdura

Altro che sigarette elettroniche e cerotti alla nicotina. Il vero rimedio contro la tentazione della bionda si chiama frutta&verdura. Carote, fragole e broccoli non solo sono un “bene rifugio” per chi ha smesso con le sigarette e si è convertito ad una vita più virtuosa. I ricercatori della University of Buffalo hanno, infatti, appurato che i consumatori “verdi” sono anche quelli che hanno maggiori chance di farla finita col tabacco. Lo scrivono sulla rivista Nicotine and Tobacco Research, dove, dopo aver esaminato 1.000 fumatori dai 25 anni di età in su, hanno descritto l’effetto barriera dell’orto nel piatto:  “Chi consuma più frutta e verdura rispetto agli altri ha infatti 3 volte più probabilità di smettere di fumare per almeno 1 mese”, spiega Gary Giovino, che ha guidato lo studio. Un dato importante, da non sottovalutare: la “disintossicazione vegetale” funziona indipendentemente da sesso, età e istruzione. Vale a dire, l’abitudine a mangiare sano, che spesso è associata ad altri parametri, come un maggiore reddito, è invece legata al beneficio anti-tabacco direttamente, mentre già era noto “da studi precedenti che chi è in astinenza da sigarette per meno di sei mesi consuma più frutta e verdura rispetto a chi fuma ancora”.  I motivi, spiegano i ricercatori, possono essere molti: cereali, spinaci e insalata, infatti, possono dare un senso di sazietà spegnendo lo stimolo a ricercare la sigaretta. Ma una ragione potrebbe anche essere un’altra: è noto che frutta e verdura peggiorano il sapore del tabacco, che invece carne e caffè esaltano.

 

Senza dimenticare il potere preventivo e antitumorale di alcuni vegetali. Broccoli, cavoli, broccoletti di Bruxelles, verza – e quindi tutte le crucifere – sono alimenti efficaci nel controllo del cancro. Il potere è in un fitonutriente, ilsulforafano, descritto da molteplici ricerche e su Molecular Cancer dai ricercatori inglesi dell`Institute of Food Research del Norwich Research Park. Le crucifere sarebbero infatti in grado di intervenire nel meccanismo di sviluppo, nella prostata, della cellula cancerogena, bloccandone l`evoluzione. La sperimenteazione sul tessuto prostatico umano e sulle cellule tumorali di alcuni topolini, ha dimostrato che la sostanza chimica sembra inibire la crescita del tumore alla prostata.

Fonte: salute il sole 24 ore – Cosimo Colasanto

il gatto e il bambino

Gli animali possono riempire la vita di un uomo. Ancora di più se una persona ha problemi come il piccolo Fraser Booth, un bambino inglese che soffre di autismo. Isolato ed incapace di compiere anche i gesti più semplice, il giovanissimo Fraser è rinato grazie ad un gatto randagio.

MIAO CHE BELLO – Fraser Booth, raccontano i suoi genitori al Daily Mail, era un bambino molto sfortunato. Il piccolo inglese soffre di autsismo, ed ogni volta che non riusciva a fare quello che voleva, il bimbo di quattro anni scoppiava in lacrime e si deprimeva. Poi è arrivato Billy, un gatto randagio. Dal loro primo incontro il micio e Fraser sono diventati inseparabili, ed il piccolo Fraser ha inizato a capire che la vita può essere bella anche per lui. Ogni volta che Fraser vuol giocare, arriva il suo gatto, il primo a capire cosa la turba. “Se mio figlio è in giro o gioca nel giardino, il suo gatto è sempre nei paraggi. E’ come se lo controllasse, cercando di calmarlo. Ogni volta che Fraser si arrabbia sbuca dal nulla, e lo rassicura, e si siede sempre su di lui quando lo vede giù.”

INTESA SPECIALE – La mamma di Fraser è una casalinga, ed aveva capito subito che c’era qualcosa che non andava in suo figlio. “Non si sviluppava come gli altri bambini, non reagiva quando gli davamo i giocattoli o gli parlavamo”. La diagnosi di autismo ha comunque scioccato i genitori, che hanno visto quanta sofferenza la malattia provocava nel loro piccolo. “Per lui ogni cosa piccola della quotidianità diventa un’impresa, e ciò gli provoca grandi turbamenti”. Tutto è cambiato però da ormai un anno, quando nella vita di Fraser è arrivato Booth. “Quando siamo andati al gattile si sono scelti da soli, praticamente, e da allora sono inseparabili. Billy ha completamente trasformato la vita di mio figlio, e la nostra”. Da quando il gatto gioca col pòiccolo Fraser, è tornata la felicità anche in una famiglia colpita da una grave malattia.

 

 Fonte: Giornalettismo

Le emozioni passano anche dall’intestino

Quando siamo colti da stress, ansia o forti emozioni, spesso la nostra pancia ci manda dei segnali. Fino a pochi giorni fa però nessuno immaginava che l’intestino avesse un ruolo centrale nella regolazione degli stati d’animo.
Questa scoperta è frutto di uno studio sul ruolo delle colonie di batteri intestinali nello sviluppo del sistema endocrino e immunitario nelle primissime fasi della vita, svolto dai ricercatori dell’Università di Cork, in Irlanda, e pubblicata su Molecular Psychiatry il 12 giugno.
Le analisi condotte su un gruppo di topi hanno dimostrato come una microflora intestinale ben sviluppata sia in grado di stimolare la serotonina, fondamentale per la regolazione dell’umore e delle emozioni. I topi cresciuti senza microflora intestinale presentano livelli notevolmente più bassi di serotonina e, sebbene in età adulta il loro intestino sia stato ri-colonizzato con batteri, molti dei cambiamenti del sistema nervoso centrale non vengono invertiti.
Queste scoperte sono interessanti poiché mostrano come le variazioni alla microflora intestinale (dovute ad esempio ad antibiotici, dieta o infezioni) possano avere effetti anche su alcune funzioni cerebrali, soprattutto durante l’infanzia. «Siamo davvero eccitati da questi risultati. – spiega Gerard Clarke, primo autore dello studio – Anche se abbiamo sempre creduto che il microbiota intestinale sia essenziale per la nostra salute generale, i nostri risultati evidenziano anche quanto sia importante per il nostro benessere mentale».

 

Fonte: Sanihelp.it

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